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Cos’è il font
Il font ha una storia davvero antica che per alcuni ha inizio a metà del ‘400 con l’invenzione dei caratteri mobili ad opera di Johannes Gutenberg. Molti non sanno che il termine font non ha origine anglosassone, ma deriva dal latino fundere, ovvero “fondere”. Nel caso dei caratteri, si trattava di fondere il metallo per creare fisicamente le lettere.
Oggi il font è considerato come un insieme di caratteri accomunati da uno stesso stile grafico che può comprendere lettere, numeri e simboli. Il concetto di font è diventato negli anni e nei secoli molto più complesso, fino alla creazione di un vero e proprio vocabolario utilizzato per descrivere le parti tipografiche dei caratteri, come la spaziatura, l’occhiello, la gamba o la cravatta.

I font possono essere utilizzati da tutti, ma per fare un lavoro professionale e di qualità è meglio confrontarsi con uno studio grafica specializzato, che saprà darti tutti i consigli per una comunicazione perfetta.
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Quali sono le categorie di font
Nel tempo, sono stati creati una quantità infinita di font, che possono essere raggruppati in categorie, tra cui le principali sono Serif e Sans Serif, ovvero con grazie e senza grazie.
Cosa sono le grazie? Niente di così complicato: sono gli allungamenti che si possono vedere all’estremità del carattere come nel famoso font “Times”. Invece, un esempio di font senza grazie è l’altrettanto conosciuto “Helvetica”, il carattere neutrale nato in Svizzera nel 1957 e usato per moltissimi loghi come Lufthansa, The North Face, Skype, Jeep e tantissimi altri.
I caratteri gotici sono stati i primi ad essere utilizzati nella stampa e assomigliano molto alla calligrafia che si utilizzava all’epoca per la copiatura dei manuali.

Come scegliere il font
Ogni font ha una sua funzione, non si può scegliere solo in base al gusto personale, ma bisogna decidere in base alla comunicazione che vuoi creare e questo, uno studio grafica, lo sa bene.
Esistono davvero tantissimi font e non è sempre facile capire come abbinare il messaggio alla forma grafica con la quale viene trasmesso: con il font sbagliato rischi di buttare via un intero lavoro di comunicazione in pochi minuti.
La prima regola è semplice: un font, per comunicare bene, deve essere leggibile. Qualsiasi agenzia grafica sarà d’accordo nel dire che alcuni font, come per esempio quelli che imitano la scrittura a mano, non sono quasi mai utilizzati, per il semplice fatto che è difficile leggerli e quindi non svolgono la loro funzione comunicativa al meglio.

Questo non vuol dire che questi font non vengono utilizzati in alcun modo, ma magari si usano per alcune cose particolari, come loghi che richiedono uno stile preciso.
L’importante, quando si parla di font, è non perdere mai di vista l’obiettivo: dobbiamo pensare a quali sono le emozioni che vogliamo suscitare nel cliente e quali sono le azioni che vogliamo che questo compia.
Come abbinare i font, l’esperienza di uno studio grafica
Abbinare i font non è un gioco da ragazzi e bisogna sapere alcune cose prima di avventurarsi nel mondo dei caratteri:
La semplicità
È sempre meglio evitare di sovraccaricare visivamente il tuo messaggio perché rischieresti di appesantire la tua comunicazione a tal punto che non svolga più la propria funzione.
Uno studio grafica ha l’esperienza adatta per svolgere questo tipo di lavoro e l’occhio allenato in grado di riconoscere cosa va bene e cosa no.
Per una comunicazione semplice potresti utilizzare la combinazione di due caratteri uno con le grazie e uno senza, in questo modo otterrai movimento e scorrevolezza, ma anche chiarezza e semplicità.
La dimensione
È importante anche creare una gerarchia visiva dei font in modo tale che le cose più importanti saltino subito all’occhio e all’attenzione del lettore, mentre le cose meno importanti siano rappresentate in una dimensione più contenuta.
Il font non è l’unico elemento che determina la brad identity di un’azienda: esistono davvero tanti modi per comunicare come l’immagine coordinata, un sito web professionale, una comunicazione social o l’utilizzo del web marketing. Non sai di cosa si tratta?
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