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Sai che il funzionamento di Google si basa sul pensiero di Aristotele? Il motore di ricerca svolge una serie di attività che hanno infatti come base proprio il pensiero aristotelico.
Restituire risultati a qualsiasi query degli utenti, rispondere in maniera personalizzata e infine raccogliere informazioni su tutto lo scibile umano rappresentano la quintessenza della filosofia del pensatore greco.
Dalla Grecia antica al Web Marketing a Brescia il passo non è affatto breve. Eppure, 2400 anni di storia non hanno reso il filosofo per eccellenza meno capace di influenzare gli ambiti più tecnologici del mondo contemporaneo.
Ma chi era Aristotele? Nato a Stagira nel 384 a. C., figlio di un medico, studiò all’Accademia di Platone. Divenne poi precettore di Alessandro Magno del regno di Macedonia. Ad Atene fondò la scuola chiamata Peripato. Nel Cinquecento, Raffaello lo raffigurò, insieme a Platone, al centro del celebre la Scuola di Atene a indicare l’importanza del suo pensiero. Logica, metafisica e poetica sono le discipline filosofiche che vedono in Aristotele il loro più insigne pensatore.
Il celebre motore di ricerca Google ha basato la costruzione dei suoi algoritmi proprio su Aristotele. Catalogare la conoscenza umana, come fa il search engine, è infatti il fulcro della filosofia aristotelica. Ma non si tratta solo di questo. L’influenza del pensatore greco riguarda soprattutto lo studio del funzionamento della mente umana, che Google ha fatto proprio. Come nasce un pensiero? Cos’è l’intelligenza?
Come pensano gli esseri umani?
Oggi viviamo nell’era dell’intelligenza artificiale. Abbiamo macchine in grado di comprendere perfettamente le richieste delle persone. Per costruire sistemi così evoluti, è stato necessario capire il funzionamento della mente.
In questo senso, la filosofia, la psicologia e le neuroscienze sono importanti tanto quanto la matematica, l’ingegneria e la robotica, per realizzare software in grado di pensare come gli esseri viventi.
Come funziona una mente? È questa una delle domande che Aristotele si era già posto ben due millenni fa. Per rispondere, il filosofo aveva studiato la Logica, che considerava lo strumento essenziale di ogni analisi. Quindi, creò le cosiddette ‘leggi del pensiero’, regole che spiegavano in modo semplice i processi del ragionamento. Ad esempio, propose il principio di identità per cui A = A e quello di non contraddizione, dove A ≠ non A.
Si occupò di studiare anche il sillogismo, una forma di ragionamento che permette di dedurre a partire da due premesse una conclusione logica. Facciamo un esempio molto famoso, per capire questo concetto:
“Socrate è un uomo; tutti gli uomini sono mortali; quindi, Socrate è mortale”.
A partire dalle tue frasi iniziali, si deduce qualcosa che prima non si conosceva.
I search engine oggi si avvalgono sempre più delle intelligenze artificiali per restituire agli utenti esperienze di uso sempre più fluide. Il filosofo greco ha gettato le basi razionali del pensiero umano. L’informatica odierna se ne avvale per creare macchine che ‘pensano’ come le persone e che per questo sono capaci di comprendere e parlare il cosiddetto linguaggio naturale, rispondendo a qualsiasi domanda che una persona gli ponga.
Le Categorie: abbracciare tutto il sapere
Google ha database enormi pieni di dati che riguardano l’intero, o quasi, scibile umano. Tutto ciò che è presente sul web viene indicizzato, catalogato e conservato. L’idea di creare delle categorie di ciò che si conosce deriva, manco a dirlo, da Aristotele. Classificare è un modo per fare ordine e riuscire a trovare più in fretta i dati che si cercano.
Google fa proprio questo. Cosa succede quando posti un contenuto? Quando pubblichi qualcosa online, ad esempio un articolo di un blog, il search engine lo scansiona e lo indicizza, ossia lo ‘legge’ e lo acquisisce nei suoi archivi.
In seguito, gli attribuirà un Page Rank, ossia un punteggio a seconda dell’importanza della pagina. Da questa valutazione dipenderà il posizionamento del link sulle pagine di ricerca o SERP.
Questo approccio sistematico alla conoscenza prende origine dalla filosofia aristotelica. Senza una corretta indicizzazione, sarebbe impossibile raccapezzarsi nel mare delle informazioni presenti su Internet. La pretesa di raccogliere il sapere umano nella sua completezza è un’impresa titanica, cui Google, sulla scia di Aristotele, si dedica ogni istante. Ma c’è di più.
La teoria della soggettività
Sul search engine, le ricerche precedenti di un utente influenzano i risultati delle sue ricerche successive. Le SERP risultano così personalizzate, con risultati che sono più interessanti per una certa persona piuttosto che per un’altra. L’esperienza dell’utente, le sue particolarità sono tenute in grande considerazione dal motore di ricerca per una user experience sempre più performante.
Di soggettività aveva parlato anche Aristotele. Secondo il filosofo, l’esperienza di conoscenza è diversa da persona a persona, poiché ognuno ha le proprie abitudini, il proprio modo di conoscere il mondo e di questo si deve tenere conto. Nei testi del pensatore greco si parla di egoità, una sorta di individualismo ante litteram, sulla quale sono fondate le prestazioni del motore di ricerca.
La Retorica e l’arte di convincere
Per spiccare nel web, è necessario persuadere i visitatori della qualità di ciò che offri. Bisogna convincere le persone che la soluzione che stanno cercando sono i tuoi prodotti o servizi. Sai cos’è la Retorica? È l’arte di indurre gli utenti a compiere una determinata azione, ad esempio un acquisto.
Aristotele insegnò a lungo ai suoi studenti a tenere discorsi in pubblico e a scrivere in maniera convincente. Si tratta di insegnamenti molto utili anche in epoca digitale.
Oggi, vengono prodotti ogni minuto milioni di contenuti. Per creare post efficaci, video di qualità, podcast interessanti, la retorica è un’arte che risulta essenziale. Sapere scrivere contenuti validi, con ottime argomentazioni, efficaci e piacevoli è alla base del successo di un’azienda.
Google è sempre più capace di ‘leggere’ un testo sul web, interpretandone anche la semantica, ossia il significato. Proprio per questo non basta ripetere sino allo sfinimento le parole chiave per cui si intende posizionarsi. Sono necessari armonia, lessico fluente e una buona dose di piacevolezza, in sostanza un’ottima capacità retorica, per ottenere buoni ranking.
Inoltre, il motore di ricerca di Larry Page è sempre più bravo nel processamento del linguaggio naturale (NLP). Per questo, le query degli internauti stanno diventando sempre più colloquiali ed estese. In forma scritta o parlata, gli utenti del web hanno cominciato a conversare con smartphone e PC. Infatti, un numero sempre maggiore di utenti usa la ricerca vocale tramite l’assistente di Google, ponendo al motore di ricerca delle vere e proprie domande.
Tutto questo si riflette nella necessità di creare contenuti che rispondano in maniera esatta a ciò che si chiede, con argomentazioni pertinenti e un modo di scrivere altrettanto naturale.
Farsi trovare, essere la risposta alle domande degli user è la vera sfida del web marketing odierno.
Dall’antica Grecia al Web Marketing a Brescia
Sono passati più di 2400 anni e il pensiero di Aristotele è ancora attuale. Nel IV secolo a.C. ci si interrogava già su come la mente di un uomo concepisse i suoi pensieri. Si cercava di creare un ordine nel mare magnum delle conoscenze di allora.
Oggi, comprendere le basi filosofiche del funzionamento degli algoritmi di Google significa avere un punto di vista diverso sul marketing online.
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“Si ama quello che colpisce e si è colpiti da ciò che non è ordinario”.
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